Di vino non me ne intendo granchè, però raramente mi potreste vedere a qualche cena senza un bicchiere in mano, non perchè io sia un’alcolizzata, ma perchè quello giusto è in grado di far risaltare i sapori di ciò che si sta mangiando e accompagnare fiumi di chiacchiere. Diciamocela tutta, dopo un bicchiere di vino i discorsi diventano più fluidi, l’imbarazzo cade e anche due sconosciuti riescono a dialogare senza barriere. Ecco cos’è il vino per me. Che si tratti di una cena, di un aperitivo sulla spiaggia, di un bicchiere con gli amici, il vino è sempre presente in molti dei momenti della mia vita.
Poi riflettendoci un pò, ho pensato che viene prodotto in tutto il mondo, quasi ogni angolo della terra ha le sue produzioni, ma quello italiano, non perchè l’ho deciso io, è riconosciuto e amato e ha le sue storie da raccontare.
Il vino alla fine mette allegria, rilassa, rende pure più simpatici.
L’ideale sarebbe poi capirci qualcosa in più.
Così quando sono stata invitata a visitare le cantine di Casa Vinicola Zonin a Gambellara, in una caldissima domenica di fine maggio, invece di imbottigliarmi in macchina per andare al mare, ho deciso di scoprire dove il vino lo imbottigliano. Scusate, che triste battuta, ma oggi sono raffreddata e mi escono le peggiori.
A parte che dieci minuti e un bicchiere dopo essere arrivata già cominciavo a perdere colpi, ho passato uno splendido pomeriggio tra le cantine, il museo e un piccolo corso di degustazione.
Io ancora non ho un palato così raffinato da sentirci i profumi più disparati, ma qualcosina l’ho imparata.
Ho imparato che dietro al vino c’è una grande passione, c’è la terra, c’è ricerca, ci sono anni per raggiungere il sapore che si vuole dare.
E mi sono persa a guardare le immagini dei vigneti sparsi in tutti Italia e non solo della famiglia Zonin, perchè anche se magari il vino non si fa più pigiando l’uva coi piedi su una tinozza, ha ancora qualcosa di antico, di tradizionale e di affascinante. Distese di verde e grappoli che per mesi si lasciano baciare dal sole, per poi diventare vino e partire per i posti più disparati del mondo. Me ne intendo troppo poco per raccontarvi altro. Per la cronaca il mio preferito rimane il Symposio, credo di aver perso i sensi dopo averlo bevuto, ma forse è quello che mi ha suggestionato di più , quello che ho sentito più simile ai miei gusti. Ci ho sentito tutto il sole della Sicilia da dove arriva, il profumo delle ciliegie e del cioccolato, in una domenica così, di fine maggio.
I do not understand too much about wine, but I rarely see you in a few dinner without a glass in hand, not because I am an alcoholic, but because the right one is able to bring out the flavors of what you are eating and accompany rivers of chatter. Let’s be honest, after a glass of wine speeches become more fluid, embarrassment and even falls two strangers can communicate without barriers. That’s what the wine for me. Whether it’s a dinner, a drink on the beach, a glass with friends, wine is always present in many of the moments of my life.
Then a little reflection. I thought the wine is produced all over the world, almost every corner of the earth has its own productions, but the Italian one, not because I decided I was recognized and loved and has its own stories to tell.
The wine at the end brings fun, relax, also makes it nice.
The ideal would then understand something more.
So when I was invited to visit the cellars of Zonin Wine House in Gambellara, on a hot Sunday in late May, instead of imbottigliarmi in the car to go to the beach, I decided to find out where the wine bottle it. Excuse me, what a sad joke, but today they are cooled and come out the worst.
Apart from that ten minutes and a glass after she arrived already beginning to falter, I spent a wonderful afternoon in the cellars, the museum and a small tasting course.
I still do not have a refined palate so as to feel the many different scents, but I learned a little something.
I learned that behind the wine is a passion, there’s the earth, there is research, there are years to achieve the flavor you want to give.
And I got lost looking at the images of the vineyards scattered all over Italy and beyond the Zonin family, because even if maybe the wine is no longer made by pressing the grapes with their feet on a tub, still has something ancient, traditional and fascinating. Expanses of green grapes that are left for months kissed by the sun, and then become wine and go to the most diverse places in the world. I mean too little to tell you more. For the record, my favorite remains the Symposium, I think I blacked out after drinking it, but maybe that’s what influenced me most, what I felt more like my taste. We’ve heard all the sun of Sicily where it comes from, the scent of cherries and chocolate, on a Sunday so, at the end of May.