IL BELLO DI ESSERE CELIACA

Anche se vent’anni li ho compiuti qualche tempo fa, sono in procinto di festeggiarli di nuovo. Tranquilli, non ho ancora una DeLorean in grado di farmi viaggiare indietro nel tempo, ma presto celebrerò i miei primi due decenni senza sfiorare pane, pasta, merendine e affini, con il glutine.

In questo lasco di tempo sono passata dal giocare con le Barbie, ad innamorarmi perdutamente di una manciata di brunetti, mi sono laureata, ho cambiato taglio di capelli; un classico percorso di una ragazza qualsiasi, ma la mia costante, la mia ombra, il mio punto di riferimento è sempre stata la celiachia. Una relazione di odio e amore, sfociata in una convivenza tutto sommato positiva, perché se devo soffermarmi e mettere sul piatto della bilancia i pro e i contro dell’essere celiaca, le cose belle vincono in assoluto!

Sarò banale, ma mi ha aiutato a diventare più responsabile: per esempio ho imparato in tenera età il significato della rinuncia, mi è tornata utile per apprendere i nomi degli ingredienti, dei conservanti e delle varie tipologie di farine. Sicuramente cucino e mangio in modo più sano dell’80% dei miei coetanei, del resto ho saltato tutta la fase delle brioches confezionate quando ero alle scuole elementari e quella dei tramezzini del bar all’uscita dell’università. Tuttora non posso farmi passare la fame chimica delle 3 di mattina con uno di quei mega panini gordi dei paninari appostati sulle statali. La vita è fatta di sacrifici, ma se sono questi, c’est la vie!

La celiachia mi ha salvato la pelle in svariate occasioni:

Anno 2002. Campo scuola estivo. Mentre i miei sventurati compagni di giochi erano costretti a cenare con pasta all’olio e formaggio, io, Miss Celiachia, me la godevo come poche cose al mondo gustandomi l’hamburger e le patatine fritte preparate con tanto amore dalle cuoche. Ricordo come se fosse ieri lo sguardo bramoso di quei poveri ragazzetti.

Anno 2007. Vacanza Studio in Inghilterra. Ancora una volta Miss Celiachia la spunta: una banda di adolescenti affamati si ritrovava a vivere in case sovraffollate e da giorni i loro pasti erano per lo più a base di insalata scondita e panini con wurstel crudi; nel frattempo la fortunata sottoscritta era stata ospitata nella casa di una quasi chef, che ogni giorno le preparava piatti prelibati e succulenti, quasi ai livelli di un ristorante stellato.

Anni 2000-2010. Miss Celiachia gode dello status di “cocca di mamma”. All’epoca, infatti, grazie alla mia “malattia” ero esente da qualsiasi lavoro domestico che comportasse un minimo di sforzo fisico. Per la felicità dei miei fratelli.

La vita di una celiaca è bella perché ti emozioni con poco: mi commuovo come una bambina il giorno di Natale quando trovo una pizzeria gluten free! Non solo, con questo pretesto ho anche conosciuto una delle mie migliori amiche, pure lei nella mia stessa barca.

Al giorno d’oggi non mi posso più lamentare visto che i prodotti per celiaci e intolleranti al glutine sono tantissimi. Non sento più la mancanza di nulla, fatta eccezione del gelato Croccante dell’Algida e dei croissant con la crema della pasticceria. Ah, dimenticavo, ogni tanto ripenso al pan bauletto di Schär, uno dei brand di cibi senza glutine più longevi in assoluto, il primo che io abbia mai visto e di cui abbia ricordo. Lui era il più buono del mondo, una vera istituzione, al punto che le amiche si autoinvitavano a casa mia per la merenda delle 16 pur di mangiarlo. Purtroppo non lo producono più. L’ho superata alla grande grazie alle numerose alternative di pane e grissini, ma vi svelo che ogni tanto torno a guardare l’ultimo pacchetto che avevo saggiamente conservato come una reliquia o forse come memoria storica da lasciare ai posteri. Detto ciò, ragazzi di Schär, potete accogliere la mia supplica e rimetterlo in commercio?

Se credete che la celiachia sia un problema, provate a fare una lista dei pro e dei contro, vedrete che alla fine i conti tornano e il bilancio sarà positivo!

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